19.5.08

La famiglia Diacci in Giappone..e il Monte Fuji



Anche se con un pò di ritardo (scusate ma non ho avuto troppo tempo per aggiornare) ecco le foto del viaggio giapponese dei signori Elena e Luciano, in arte i miei genitori, in quel di Tokyo.
Viaggio che parte all'insegna del rischio per aver trasportato in valigia (una valigia intera!) prodotti tipici del modenese come:

-n.4 forme di Parmigiano Reggiano
-n.3 bottiglie di aceto balsamico
- mortadella
- salame
- n.2 confezioni di Caplèt (finiti in meno di 10 giorni)

che hanno provocato nel sottoscritto visioni mistiche di gioia (un pò come vedere l'Inter perdere il campionato..ma va bene, non si può avere tutto dalla vita!)
Purtroppo in una settimana non si può vedere tutto..quindi si parte in quinta con Harajuku e tutta la varia umanità che frequenta la zona del parco di Meji Jingumae..con il consueto uomo uccello (questa volta accompagnato dall'uomo mummia) a farla da padrone.
Poi Shibuya, Ginza, Asakusa, il mercato del pesce di Tsukiji,Ueno e Yanaka, Hakone, la Torre di Tokyo e il palazzo imperiale..giuro che non ho mai girato Tokyo così tanto! Purtroppo però il tempo è tiranno..e dopo solo una settimana sono ritornati in Italia.



E dal momento che la mamma è sempre la mamma,e l'ingegner è l'ingegner, sono stato contentissimo di vederli..anche se proprio l'ingeger ha regalato la scena più comica di tutta la vacanza, grazie ad uno scatto alla Ben Jhonson per prendere la Metro..che gli ha provocato una contrattura ed uno strappo.
Che dire..il tempo passa per tutti vero Luciano?


Dopo la partenza dei 2/3 della famiglia Diacci, la vacanza continua alla volta del monte Fuji!
Come ogni alpinista che si rispetti, sono attrezzatissimo: scarpe estive, jeans, maglie a maniche corte e tanta volontà :-) peccato che sul Fuji ci fosse ancora la neve!!!

Dopo una camminata di 6 ore raggiungiamo la vetta, noncuranti della neve (che arrivava al polpaccio, del sentiero che a volte non era segnato, e dagli incontri con simpatici giapponesi che ridevano al solo vederci..
In più si aggiungono allucinazioni dovute al fatto che lungo la strada verso la stazione 5 (l'unica al momento raggiungibile a quota 2500 m, oltre c'è ancora troppa neve) le precedenti stazioni erano in verità baracche di legno distrutte ed abbandonate..

Ma alla fine..ce l'abbiamo fatta! raggiunta stazione 5 e mangiato riso con curry (mai stato così buono e caldo!) in compagnia dei gestori del rifugio e di un vecchietto che tracannava sake ogni 3x2..
Appuntamento a quest'estate quindi per l'attacco finale alla vetta !!!!

4 commenti:

junglebrain ha detto...

Bella ingignèr e bella Diccusan...
Quì come direbbe il nostro buon socio veronese di cutro ci manchi "a buso zio ga'!"
Ricorda sempre l'amòre di prujjeitto!

Stefano Diacci ha detto...

come insegna il buon David, all`ammore di prujetto non si rinuncia mai..anzi,per dirla con le sue parole: "prujetto deve dare buona sensazione, come manjare spaghetto mentre guardi tua donna che fa doccia". A queste parole non si puo` e non si deve aggiungere niente!
Ciao a tutti i maledetti architetti mantovani!

aaa ha detto...

devi fare secccccccccccciiioooonnnnneeeeeee!!!!!!!!

Anonimo ha detto...

A SCUOLA DAI GIAPPONESI CON ANDREA STORTI E STEFANO DIACCI...QUESTO ERA L'ARTICOLO DI OGGI IN PRIMA PAGINA SULLA GAZZETTA DI CARPI.LA MAMMA IL NONNO IL PAPA',TUTTI CON IL GIORNALE SOTTO IL BRACCIO...E GUAI CHI GLIELO RUBA,SOPRATTUTTO AL NONNO!!!